Il tema del voto di laurea della triennale, al fine di poter accedere alla magistrale, è tra i dilemmi che si pongono tutti gli studenti che stanno per completare il proprio percorso di studi.

In aggiunta a tutto questo c’è anche un altro punto: la necessità di laurearsi il prima possibile e se farlo senza preoccuparsi eccessivamente del voto.  In questi casi, in realtà, non c’è una risposta univoca a cui far capo, poiché le varianti in gioco sono tante e soggettive. È indubbio, comunque, che esistano dei corsi magistrali che – per potervi accedere – restano vincolati al voto di laurea conseguito dopo la triennale, talvolta anche per prendere parte ad alcuni concorsi pubblici.

Al contrario, in altre situazioni invece si deve accedere mediante un test e il voto della triennale non ha lo stesso valore che avrebbe in determinati corsi specialistici. Una cosa sicura da tenere a mente è che il voto della triennale, quando ci si laurea alla magistrale, non concorre alla definizione della votazione finale di quest’altro ciclo.

Ma come si fa a sapere quando è il caso o meno di preoccuparsi del voto della triennale? Scoprilo in questo articolo.

In quali casi conta il voto della laurea triennale

Recentemente, è stato dibattuto l’argomento legato all’eliminazione del voto di laurea per l’accesso ai concorsi pubblici. Si tratta di una tematica spinosa che ha diviso l’opinione pubblica, così come nei discorsi riguardanti l’iscrizione ad un corso magistrale che lo considera come criterio di valutazione. In quali circostanze è ancora valido? Continua la lettura.

Da cosa è determinato il voto di laurea

Prima di rispondere alla domanda: “Il voto della triennale conta per la magistrale”, facciamo un passo indietro e capiamo da cosa è determinato il voto di laurea. Partiamo intanto dal presupposto che il voto di laurea sia il risultato di una somma che include:

  • La media ponderata degli esami sostenuti;
  • Il voto della tesi intesa come prova finale che può aggiungere da 0 a 6 punti;
  • Bonus attribuibili a seconda di determinati requisiti.

Il voto relativo alla tesi, quindi, non sarà fine a se stesso ma potrà tenere conto della carriera dello studente preso in carriera di valutazione. La lode è una scelta a discrezione del relatore.

Il voto della triennale per accedere alla magistrale

Come abbiamo accennato, il valore del voto della triennale per l’accesso ad un corso di laurea magistrale non è universale ma è strettamente connesso alla tipologia dello stesso e alle riserve dell’Ateneo di riferimento.

Spesso, infatti, l’ammissione è legata al superamento di una prova in grado di verificare le competenze dello studente in sede d’esame.

Potrà capitare piuttosto che sia espressamente richiesto che lo studente sia in possesso di alcune conoscenze pregresse certificate di lingua inglese, livello B2, o in caso contrario di integrare i crediti necessari inserendoli nel piano di studi di destinazione. Ogni casistica rimane è da analizzare a seconda delle situazioni.

Il ruolo del voto di laurea nella ricerca di un lavoro

Quando si parla di lavoro, invece, il voto di laurea – anche se si è appunto in possesso di una triennale – può favorire il candidato in sede di colloquio.

Spesso succede infatti che durante la valutazione ci si debba limitare necessariamente ai dati che si hanno a disposizione, poiché saggiare l’esperienza sul campo potrebbe risultare un’operazione complessa, almeno sulle prime. Per questo motivo un buon voto potrebbe fare la differenza in termini di scelta finale.

Parliamo quindi di un valore aggiunto che si appresta a migliorare il biglietto da visita di un candidato, in correlazione ad altre voci che contribuiscono ad infittirlo e a conferirgli maggiore valore.

Il voto di laurea nei concorsi pubblici

Secondo la legge italiana, il principio su cui ci si basa relativamente ai posti della pubblica amministrazione, riguarda una modalità d’accesso che si fonda sul superamento dei concorsi pubblici, regolati da bandi che specificano i requisiti necessari da avere in possesso.

Tra questi, esiste un punteggio da attribuire al voto di laurea del candidato, oppure – in alternativa – potrebbe essere richiesto un voto minimo da cui partire per partecipare alle selezioni indette.

In realtà, ai fini del successo di un concorso, a contribuire in maniera decisiva è il risultato ottenuto alle prove sostenute, sia scritte che orali. Certo è che il passato di un candidato, con i suoi titoli di studio e le valutazioni ottenute, servono comunque ad inquadrarlo e ad aiutarlo nell’accumulo dei punti necessari.

Quanto conta complessivamente il voto di laurea

Se dobbiamo approcciarci ad un discorso più generico, quando si parla di titoli e lauree conseguite, è necessario alimentare un tipo di considerazione legata all’importanza del percorso, non tanto alla fine del risultato.

Si tratta di un’occasione unica per affinare le proprie conoscenze e portare avanti una formazione che potrebbe essere preziosa e indispensabile per un impiego futuro, non è una corsa a chi arriva prima.

Per tutti questi motivi, il voto di una laurea triennale può fare talvolta la differenza, ma quello che conta realmente è quanto si è effettivamente imparato e cosa si è in grado di fare all’interno di qualsiasi contesto di interesse.

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