I costi universitari, con tutte le tasse e le spese che ne derivano, possono essere davvero impegnativi da gestire. Per questo motivo entrano in gioco le agevolazioni fiscali appannaggio degli studenti su territorio nazionale; secondo il TUIR, si può avere l’opportunità di coprire determinati costi di istruzione detraendoli nel proprio 730.

Secondo il provvedimento sopracitato, alcune spese – come l’iscrizione all’università, master o scuole di specializzazione – possono beneficiare di una detrazione fino al 19% sul totale. Al fine di poter usufruire di questo diritto, si dovrà intanto compilare ragionevolmente il quadro E del modello 730.

Ma quali sono i requisiti da rispettare? Di quali spese si parla nell’effettivo? Tutte le risposte sono mediate dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca. Per saperne di più, continua a leggere questo articolo.

Come si ottiene la detrazione fiscale delle tasse universitarie

La possibilità di fare appello alla detrazione fiscale per le tasse universitarie alleggerisce le incombenze delle famiglie che investono sulla formazione dei loro figli. Per poter sfruttare la detrazione dichiarata del 19% occorrerà intanto essere iscritti presso Atenei universitari, sia statali che meno. La decisione definitiva, con la percentuale esplicitata, risale al 22 febbraio scorso. Ecco tutto quello che devi sapere per poter procedere senza esitazioni.

Quali sono le spese universitarie detraibili

Facendo chiarezza sulle spese universitarie definite detraibili dalla legge, emergono senza dubbio i costi di iscrizione e la conseguente frequenza ai corsi. Nel caso in cui siano coinvolte le università pubbliche, secondo la normativa si può sfruttare la detrazione che può essere applicata sull’intero importo versato, senza limite effettivo di spesa. Da lì, tramite la dichiarazione dei redditi, colui che lo richiede può risparmiare come indicato.

Esiste una differenza tra università statali e non? Come ci si muove in questo caso? Riportando le regole riservate ad entrambe le casistiche, ci si può orientare nel modo seguente:

  • Per le università statali, la detrazione potrà essere applicata alla quota intera versata;
  • Per le università non statali, invece, si seguirà un modus operandi diverso. Infatti, la detrazione non potrà superare la quota stabilita annualmente dalle facoltà coinvolte, una normativa assoggettata al decreto del Ministero dell’Istruzione. Si dovrà tener conto comunque dei costi medi che in genere si affrontano presso le università statali su territorio nazionale.

Per quanto riguarda invece, nel dettaglio, le spese rientranti nelle agevolazioni dibattute, si annoverano:

  • Le tasse di iscrizione e immatricolazione;
  • Spese definite “di ricognizione”, per riprendere gli studi dopo il congelamento della carriera universitaria;
  • Tasse di laurea;
  • Costi relativi ai test per ottenere l’acceso ai corsi di laurea nei quali sono previsti, senza la cui partecipazione indispensabile e obbligatoria non si potrebbe ottenere l’immatricolazione;
  • La partecipazione ai Tirocini Universitari, denominati Formativi Attivi, in grado di contribuire alla preparazione sul campo degli studenti, indetti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Sono inclusi tutti gli Atenei Universitari, con il corollario di facoltà all’attivo, e quelli di impronta artistica.

Inoltre, non si fa differenza tra i nuovi immatricolati e studenti, invece, dichiaratisi fuoricorso. In entrambe le circostanze, la detrazione è applicabile a prescindere e riguarda le spese sostenute entro l’anno precedente rispetto a quello in cui si presenta la domanda.

Quali spese non rientrano nella detrazione

Oltre alle Spese Universitarie detraibili, di cui abbiamo parlato, ne esistono automaticamente altre che restano fuori da questa possibilità. Tra queste ricordiamo:

  • L’acquisto dei libri e del materiale universitario necessario;
  • L’acquisto degli strumenti musicali richiesti in determinati contesti accademici;
  • L’acquisto di tutto il materiale di cancelleria utile alla vita di uno studente universitario;
  • Le spese che si versano all’università pubblica presso cui si è iscritti, per quanto riguarda il riconoscimento della laurea conseguita in territorio internazionale

Si aggiungono inoltre, le spese effettuate per pagare eventuali vacanze studio o per i corsi che si svolgono fisicamente presso l’Università ma sono esenti dal piano di studi (quelli di lingua o di informatica). Seguono poi i costi da mettere in conto per l’esame di stato e la conseguente abilitazione professionale, idem gli ulteriori corsi di aggiornamento e formazione a posteriori.Quali sono i documenti necessari per la detrazione fiscale.

Come avere accesso alle detrazioni fiscali?

Per garantirsi d’avere accesso alla meccanica delle detrazioni fiscali, bisognerà senza dubbio avere con sé ogni singola ricevuta di pagamento, o quietanza, per tutte le spese sostenuto nell’anno precedente.

L’accesso alle detrazioni è subordinato alla compilazione e l’invio del Modello 730. All’interno della dichiarazione dei redditi, dovrai compilare i righi da E8 a E10 della sezione I, utilizzando il codice 13. Queste indicazioni dovranno essere seguite anche per la detrazione delle spese di università pubbliche.

Le regole per il pagamento

Inoltre, secondo una regola introdotta dal legislatore, si deve osservare l’obbligo di pagare attraverso strumenti tracciabili, come bancomat, carte di credito ecc. Se invece il servizio verrà saldato tramite contanti, il tutto dovrà essere documentato con delle attestazioni che vengono rilasciate al momento dell’atto. Queste dovranno essere opportunamente conservate e presentate quando richieste.

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