Chiariamolo subito: non c’è niente di eticamente sbagliato nell’essere università private e nel perseguire certi scopi in conseguenza a questa esistenza. Il profitto è lecito e non certo disdicevole. Detto questo, una certa parte dei competitors, quella dotata di meno eloquio e minor voglia di approfondire, ha spesso tacciato tutto il settore delle telematiche di disonestà dovuta proprio all’essere università telematiche. L’accusa precisa era di voler fare soldi sulla pelle dei ragazzi. Questo è altamente falso, la situazione è all’opposto. Vediamo perché.

Chi pensa che chiedere soldi in cambio di un servizio sia disdicevole sbaglia. E’ giusto se sono chiare le condizioni e se quel che si offre in contraccambio sia reale. Ecco perché non è vero che le telematiche, in quanto università private, danneggino i giovani solo per rubare soldi. Non c’è furto né danno. Innanzitutto le rette delle telematiche sono ormai tutte all-inclusive, dove in quel “all” ci sono anche gli appunti e le dispense ma, soprattutto, i libri di testo. Passaggio non da poco considerando che questa spesa tocca anche a chi è esente da tasse universitarie e che stiamo parlando di un non indifferente costo di 200 euro ad esame in media. A questo ci dovete aggiungere che la FAD – formazione a distanza taglia le spese degli spostamenti e del vitto e dell’alloggio in caso di studenti universitari. Le telematiche quindi sono università private molto atipiche. Ma il discorso non si esaurisce qua. Se la struttura pubblica, per dimensioni pachidermiche e per soventi tagli di fondi, è costretta a salutare i suoi studenti il giorno dopo la laurea, le telematiche si comportano in altro modo. Attraverso servizi di Stage & Job Opportunities, infatti, insegnano ai neo-laureati a scrivere un curriculum vitae ben fatto e a sostenere per bene un colloquio di lavoro. Inoltre, fungono da filtro per gli annunci delle aziende in modo che “la fregatura” non venga presa a soli vent’anni. Si tratta di un ruolo in grado di portare molta gente alla prima occupazione e, quindi, poco privato e più pubblico. Nulla di sconvolgente, comunque, in anni in cui delineare i confini è sempre più difficile tanto che l’estensione fisica delle telematiche è ormai all’ordine del giorno. Università private, quindi, ma con un cuore che batte all’unisono con quello dei ragazzi che hanno scelto di affidarsi al futuro per acciuffare il futuro. Se avete consigli, drammi da raccontare o domande da dare, fatelo pure attraverso questo form informativo.