Chi la fa l’aspetti. È un po’ la sintesi di questa polemica del Ministro Carrozza contro le università telematiche. Gli attacchi istituzionali agli atenei online, in effetti, non sono mancati in questo periodo recente ma si è un po’ passato il segno ora che le parole di questa polemica col Ministro Carrozza si fanno quasi comiche. Se chi sferra il colpo, infatti, lo fa contro il suo stesso padre, c’è o da piangere o da ridere sulla comicità dell’affondo. E così parte un coro di proteste contro questo clima assurdo che affonda le radici nella polemica col Ministro Carrozza ma i cui rami arrivano molto più lontano. Se siete curiosi di capire come le università telematiche rispondano alla polemica col Ministro Carrozza, continuate a leggere.

In cosa consiste questa polemica dell’ex Ministro Carrozza con le università telematiche? Le istituzioni lanciano dubbi sulla serietà dei docenti. Si chiedono se hanno vinto delle cattedre e che professionalità abbiano. Un’ombra davvero buffa quella gettata dalla polemica dell’ex Ministro Carrozza a cui non tutti sottostanno. L’UniCusano, con l’idea di difendere tutto il settore, emette questo comunicato: “Riteniamo semplicemente inconcepibile che un ministro competente dichiari ai giornalisti che in Italia i docenti hanno un preciso status giuridico e che lo stesso deve valere per quelli delle telematiche. Come può il ministro dire che gli atenei telematici debbano rispettare i requisiti previsti dalle leggi e dalla stessa normativa ministeriale al pari delle università statali e non statali? Non lo può fare per due semplici motivi: per il ruolo che ricopre e perché lei stessa ha ottenuto l’idoneità all’insegnamento attraverso regolare concorso pubblico bandito dall’ateneo telematico Unimarconi”.
In sintesi quello che rende aria fritta questa polemica con l’ex Ministro Carrozza è che lo stesso ministro, nel 2006, diventa professore ordinario in Bioingeneria Industriale a seguito del superamento di un concorso ad un’università telematica, non statale. La difesa della categoria non si ferma qua. Il comunicato continua così: “Ci sarebbe da ridere se non fosse una cosa seria e deprimente nel constatare che un Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, divenuta professoressa ordinaria con un concorso bandito da un’università telematica, non sappia (o faccia finta di non sapere) che in questi atenei insegnano docenti di ruolo. Le telematiche  hanno da sempre gli stessi obblighi delle altre università pubbliche (statali e no) ed è surreale che non si sia a conoscenza che le telematiche, come tutte le altre università private, soggiacciono ad un meccanismo d’interscambiabilità dei docenti con gli atenei statali”.
Sembra una storia un po’ triste questa polemica con l’ex Ministro Carrozza, specie se dovesse passare il messaggio che le telematiche vanno bene se si punta ad una cattedra ma non altrimenti se si vuole una semplice laurea. Vedremo lo sviluppo, sempre sulla pelle dei poveri studenti che rimangono schiacciati da questi inutili giochi di potere.
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