Riparte la stagione accademica e, con lei, ripartono tutti i problemi legati a questo mondo che in Italia ha sempre posato su basi scricchiolanti. Il neo più evidente è il sovraffollamento delle università che genera, a catena, tutta una serie di disservizi che vanno a colpire l’ultima ruota del carro: lo studente. Di soluzioni al sovraffollamento delle università ce ne potrebbero anche essere ma, si sa, questo non è un paese che brilla per iniziativa. Se volete almeno voi capire come sta messa la situazione del sovraffollamento delle università e se c’è qualche rimedio, continuate a leggere.

Chi non si ricorda la scena mitica del film “Fantozzi” in cui si apre il buffet? Gente che corre e si accalca, calci e pugni che volano, scorrettezze di ogni tipo pur di arrivare ad un piatto. La forzatura comica di Paolo Villaggio non è poi tanto lontana dalle immagini reali legate al sovraffollamento delle università. Come ad ogni nuovo inizio di anno accademico tornano in prima fila le tante magagne della formazione in Italia e alcune, come il sovraffollamento delle università, sono evidenti ad occhio nudo, ancor più in un periodo storico come questo dove spadroneggiano i social network. I ragazzi postano da Facebook e da Twitter scatti sul sovraffollamento delle università ai limiti dell’agghiacciante. L’entrata nelle aule è a tratti epica e l’uscita ha i contorni del film di guerra. Le soluzioni ci sarebbero ma parlare di far estinguere il problema del sovraffollamento delle università nel mondo del pubblico è quasi utopistico. Altra storia sono invece le università telematiche che, libere da farraginosi funzionamenti ministeriali, possono permettersi di mettere lo studente al centro dei propri servizi seguendo una logica quasi cristallina “Mi paghi? Io però ti do servizi”. E infatti negli atenei online non esiste il sovraffollamento delle università non solo perché, grazie all’eLearning si seguono le lezioni da casa comodamente e senza patemi d’animo, ma anche perché alcune punte di diamante del settore stanno passando anche a servizi fisici ma con la qualità ben chiara in testa. E’ il caso, ad esempio, dell’università UniCusano la cui sede attuale conta ben 16.500 mq di struttura con oltre 6 ettari di parco. Grandi spazi, appunto, per dire addio al sovraffollamento delle università e per rendere confortevole la fruizione di un’offerta didattica che non ha mai rinnegato l’erogazione online dei materiali di studio ma  ha anche agito per implementarla con lezioni, seminari, tavole rotonde e convegni, tutti rigorosamente in presenza.
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