Che lo sport sia importante nessuno lo mette in dubbio. Mens sana in corpore sano dicevano i nostri avi ma nella nostra vita di tutti i giorni, così frenetica, non è diventato facile trovare lo spazio giusto per fare attività fisica. Neanche per gli studenti che devono far conciliare tempi stretti con risorse ancora più strette. Arriva in loro soccorso (e del loro fisico) i servizi sportivi universitari che sempre più si legano con l’evoluzione delle università telematiche. Come? Perché? Queste risposte e molto altro sui servizi sportivi universitari le potrete avere continuando a leggere.

Ma le università telematiche non erano quelle che si seguivano da casa? Sì, un tempo. Ora l’evoluzione è rappresentata dall’UniCusano che, oltre a mantenere vivo tutto quell’aspetto là, si sta sempre più allargando verso una forma ibrida di presenza dove ci sono anche altri aspetti dello studente. Va bene studiare ma anche la salute è fondamentale. Quindi? Quindi si offrono anche i servizi sportivi universitari che consistono in una serie di strutture professionali all’interno del suo campus universitario dove è possibile fare bene attività fisica. Innanzitutto le palestre sono dotate di tutti gli ultimi attrezzi del momento e poi viene messo al primo posto nei servizi sportivi universitari la sicurezza dei ragazzi. In ogni sala, infatti, c’è almeno un istruttore professionista che è là per dare consigli agli sportivi ma anche per controllare che non si facciano male. Le famiglie sono molto contente di questo perché con una spesa aggiuntiva minima e comunque molto più bassa del mercato possono iscrivere i loro figli ai servizi sportivi universitari sapendo dove stanno e, soprattutto, con chi stanno.  Gli studenti sono altrettanto felici perché hanno molto più tempo da dedicare a sé stessi in questo modo. In quanti, infatti, possono sfruttare un buco di mezz’ora tra una lezione e un’altra per fare, per esempio, un po’ di ciclette? I servizi sportivi universitari raccontano, se ancora ce n’era bisogno, che la concezione della formazione sta cambiando. Il coltello passa sempre più (e per fortuna) dalla parte di chi deve entrare  fisicamente nell’ateneo e non più ad una casta di docenti che, magari non sempre ma spesso, non si è dimostrata all’altezza del compito.
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