Uno dei pochi punti a favore della crisi è che tutto sta cambiando. Questo maremoto culturale arriva anche nel mondo accademico, per anni cristallizzato sui suoi equilibri. E’ notizia di pochi giorni fa che il Ministro Carrozza abbia definitivamente avviato una seria azione di programmazione dell’università, mirata a scrollare via la polvere secolare di “certe” gestioni ma soprattutto creata con lo scopo di dare tutela al diritto agli studi dei ragazzi. Se anche voi fate parte di questa categoria o, comunque, volete saperne di più su questa inattesa ma provvidenziale programmazione dell’università, continuate a leggere.

I media italiani di primo livello, come La Repubblica o Il Fatto Quotidiano, da giorni non fanno che parlare della programmazione dell’università.  Tutto nasce dal ministro dell’Istruzione e dell’Università Maria Chiara Carrozza che ha deciso, proprio in merito alla programmazione dell’università, di tratteggiare una linea ben precisa che definisce obiettivi e regole che gli atenei dovranno seguire per i prossimi tre anni su vari temi come la didattica, la ricerca, la gestione degli studenti e il fabbisogno del personale. Traducendo in soldoni questa “programmazione dell’università” si tratta di regole precise e rigide che, se seguite pedissequamente, daranno modo agli atenei nazionali di raggiungere quegli scopi “di promozione della qualità e dimensionamento sostenibile del sistema universitario”. Tutto questa programmazione dell’università nasce per poter avere accesso a finanziamenti aggiuntivi del ministero, sia attraverso la quota premiale sia attraverso ulteriori fondi triennali messi a disposizione. Che sia un’idea del ministro Carrozza stesso o del suo staff è evidente che questa programmazione dell’università ha il merito di andare ad agire sui buchi di bilancio emersi a sorpresa dalla vecchia contabilità finanziaria di molti atenei e proporre uno strumento utile per tenere sotto stretta sorveglianza programmi, obbiettivi iniziali e risultati raggiunti, anche dal punto di vista strettamente finanziario. Programmazione dell’università vuol dire anche un nuovo calendario: le università dovranno approvare entro il 31 dicembre di ogni anno il preventivo annuale e entro il 30 giugno adottare il programma triennale. E’ evidente che questo nuovo corso faciliterà le università telematiche come l’università UniCusano che mai hanno avuto accessi a fondi pubblici ma che invece sempre si sono autoregolamentate sull’argomento della programmazione dell’università.
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