Se n’è molto parlato ed ora, a distanza di 18 mesi, arrivano i primi bilanci sui Mooc. Se seguite con attenzione il mondo della formazione, non potete non stare col fiato sospeso per sapere come questo innovativo esperimento degli Stati Uniti stia impattando nella vita di tutti i giorni ma, soprattutto, nella vita degli studenti a stelle e strisce. Tra detrattori ed entusiasti, i primi bilanci sui Mooc portano comunque dei fatti incontrovertibili. Se volete saperne di più, non vi resta che continuare a leggere.

Prima di parlare dei primi bilanci dei Mooc c’è da capire cosa siano. Si tratta dell’acronimo dei “Massive Open Online Courses” e sono dei corsi accademici online del tutto gratuiti. Da una parte c’è una fazione entusiasta dell’apertura della cultura al popolo. Secondo questo pensiero i primi bilanci dei Mooc sono ottimi perché stanno salvando il mondo dalla povertà intellettuale e dando a tutti chance di migliorarsi. I detrattori, invece, non sono per nulla convinti della modalità “a distanza” e non reputano il livello d’insegnamento degno del mercato del lavoro. Un modo per uscire da questo bipolarismo di giudizi ed avere i primi bilanci dei Mooc un po’ più oggettivi è quello di usare esempi concreti. Parliamo di Udacity (https://www.udacity.com), che è la creazione di Sebastian Thrun partita a fine 2012 che trova subito il consenso e il supporto dell’università di San José (California) (http://www.sjsu.edu), Le cose vanno così bene che Thrun converte i suoi Mooc da corsi gratuiti a vero e proprio business in grado di fruttare introiti per 1,3 milioni di dollari. Come riesce a fare questo passaggio? Dando quello che ogni studente vuole… opportunità lavorative. Grazie al coinvolgimento di una grande compagnia di telecomunicazioni, infatti, Udacity diventa una  piattaforma dedicata alla formazione professionale dei quadri nelle aziende e così più di 2000 studenti si candidano per il corso “Computer Science Program” e in 375 vengono ammessi pagando una retta di 7mila dollari. Sembra, quindi, che, dopo 18 mesi, i primi bilanci dei Mooc siano positivi, con buona pace di chi ancora non si fida. Il successo in America può essere spiegato anche con motivazioni di natura economica: negli ultimi 30 anni il costo di una laurea è cresciuto del 559% e ciò significa che molti studenti sono tagliati fuori dai college mentre chi è autorizzato a rimanerci dentro contrae una quantità di debiti tale che la vita dopo il college ne rimarrà inevitabilmente tarata. Situazioni inaccettabili, ancor più se portate in Italia dove la vita media accademica pesa molto sul portafogli delle famiglie perennemente in crisi. Per questo il segno positivo dei primi bilanci dei Mooc coinvolge anche realtà telematiche come, ad esempio, l’UniCusano. Le rette sono basse ed all-inclusive e, oltre alle lezioni in presenza, lo studente può decidere di seguirne online in modo da abbassare ancor di più le spese. Il futuro è l’accessibilità per tutti alla laurea ma l’accessibilità passa per i soldi che si devono avere per studiare.
Primi bilanci ma non certo ultimi. Tutti i capitoli, passati e futuri, di questa storia e tutte le altre storie in tema le trovate sul blog di Universitàtelematica.it. Non solo, se volete saperne di più di quel che c’è sul sito, potete anche  cliccare qui.