Possiamo dire e fare quel che vogliamo, il tempo continua comunque ad andare avanti in modo inesorabile. Accade così che certi fenomeni sociali compaiano e prendano piede tra lo stupore generale. Lo sanno bene in America dove l’Overeducation non fa che far parlare di sé. Tra chi lo teme più della pesate e chi lo affronta in modo costruttivo cercando nuove strade per evitarlo, compaiono le università telematiche che s’intrecciano a doppio filo con tutta la storia. Se volete saperne di più sull’Overeducation e su come c’entrino le università telematiche, continuate a leggere.
Overeducation? Ne parlano in molti ma cos’è? Si tratta di un preciso fenomeno culturale che avviene quando il titolo di studio di cui si è in possesso fornisce competenze eccessive per il posto di lavoro nel quale si sta. Un esempio pratico? Il 15% dei tassisti negli Usa è laureato e va da sé che, per quanto il traffico sia impegnativo, non c’è bisogno di essere dottori! Overeducation, quindi, è qualcosa che tocca il mondo del lavoro e che presto arriverà a cascata nel nostro paese. Per questa ragione è intelligente leggere qualche numero sul tema: la disoccupazione tra i laureati oltre oceano è del 3,2% e, nel caso dei diplomati, arriva fino al 6,5% mentre per chi non ha portato a casa neanche un titolo di studio svetta addirittura fino al 10%. Aggiungiamoci, poi, che in media studiare ad un college si traduce in 160 mila dollari di spesa complessiva. Se continuiamo a ragione sui “soldi”, infine, si può definitivamente focalizzare il fenomeno dell’Overeducation sottolineando il fatto che tra gli over 25 che possiedono un contratto a tempo pieno, i laureati si mettono in tasca più o meno il doppio rispetto ai diplomati (1219$ a settimana contro 648$). E come c’entrano le università telematiche con tutto questo? Semplicemente col fatto che non si può più non prendersi una laurea ma anche che non ha più alcuna convenienza spenderci sopra troppi soldi. E così realtà come l’UniCusano diventano, quasi involontariamente, baluardi dell’Overeducation in Italia. Le rette all-inclusive di materiali didattici e affini, insomma, sono il miglior modo per proteggersi da quel che accadrà da qua ai prossimi cinque anni. Studiare con la qualità ma senza impoverirsi.
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