L’Italia sta pian piano iniziando a rialzarsi. Questo è un ottimo segnale ma il tempo che ci vorrà per vederla davvero in piedi non ve lo ridarà nessuno. C’è, infatti, il rischio che una o due generazioni (quella dei quarantenni di oggi soprattutto) facciano una brutta fine. A meno che non guardiate il mercato del lavoro in faccia e cerchiate di capirlo ed aggirarlo. In questo vi aiutano, e non poco, le università telematiche. Come? In diversi modi che vi spieghiamo in questo post sul legame tra mercato del lavoro ed università telematiche.
Le università telematiche vogliono vedervi felici. Anche solo per il fatto che possiate diventare uno spot vivente del loro operato. E cosa può rendervi più felici di avere un buon impatto col mercato del lavoro? Ecco perché si sono strutturate in modo che questo passaggio sia affrontato nel modo giusto. Innanzitutto hanno capito che il mercato del lavoro vuole professionisti specializzati. Per questa ragione vi evita di diventare dei tuttologi proponendovi moltissimi corsi di laurea il cui scopo è di porvi da subito in una nicchia che renda appealing con le aziende una volta laureati. Molti altri corsi prenderanno vita per lo stesso motivo. Ogni volta che il mercato del lavoro esternerà nuove esigenze, le telematiche tenteranno di dare una risposta con una formazione ad hoc. Anche la fase di studio delle telematiche è incentrata sull’inserirvi bene nel mercato del lavoro. La loro metodologia ibrida, infatti, prevede un mix tra FAD – formazione a distanza e FIP – formazione in presenza con l’idea di farvi sempre più entrare in confidenza con strumenti che poi, da laureati, vi troverete a maneggiare tutti i giorno. Computer, streaming di video delle lezioni, chat, video-conference, WiFi gratis e LIM – lavagne interattive multimediali non sono che alcuni esempi. Lo strumento principe con cui le telematiche dialogano col mercato del lavoro, però, è il servizio di “Stage & Job Opportunities”. Si tratta di capire che non serve a nessuno mollare lo studente il giorno dopo la sua proclamazione come dottore. Ha, invece, più senso insegnargli a scrivere un curriculum vitae e a sostenere un colloquio di lavoro ma, soprattutto, ha molto più senso fare da scudo tra i neo-laureati ed il mercato del lavoro. Come? Filtrando le offerte di stage per garantire a voi che non finiate in una brutta esperienza che non dia sbocchi (e ce ne sono molte in giro) ma anche per garantire alle aziende che hanno a che fare con materiale umano di primissimo livello e di massima serietà. Tutto chiaro? No? Chiedeteci quel che volete attraverso l’apposito form informativo.