Il livello della qualità di un ateneo si misura anche dagli aspetti secondari che influiscono ed interagiscono nella vita degli studenti. La mensa universitaria, per esempio, è un ottimo specchio della situazione perché racconta come sono trattati i ragazzi nei loro diritti basilari, dove appunto la sopravvivenza in modo decoroso è un punto di partenza sotto al quale non si può e non si deve andare. Ecco di seguito una sintesi dello status quo della mensa universitaria in Italia, per capire la media dei costi e come cambia il trattamento tra università tradizionali e università telematiche che prevedono un loro spazio fisico. Se volete quindi saperne di più su come stia messa la mensa universitaria, continuate a leggere.

Il piano di studi è fondamentale per valutare se state o meno percorrendo la giusta strada ma la mensa universitaria è altrettanto importante per capire quanto bene vi voglia il vostro ateneo. C’è una netta differenza tra le strutture pubbliche tradizionali, dove La Sapienza è l’esempio massimo, e quelle private, dove incredibilmente a farla da padrone sono le realtà telematiche che ormai non disdegnano di avere una presenza fisica. In media il costo della mensa universitaria nel “tradizionale” è proporzionale al reddito e di molto più basso rispetto a bar, pizzerie e ristoranti nei paraggi. Come spiegano i blog di settore Studenti.it e Universando.com, la seccatura in questo tipo di mensa universitaria è che c’è tutta una burocrazia da spicciare. Per mangiare alla mensa universitaria infatti è necessario procurarsi il tesserino all’ A.DI.S.U., “Azienda per il Diritto allo Studio Universitario”. 
Questo viene rilasciato esibendo il codice fiscale e la rata d’iscrizione pagata, una volta entrati in possesso della tessera elettronica, ricordatevi di non prestarla a nessuno perché solo il titolare può usufruirne ed è valida per un unico pasto al giorno. Come stavamo dicendo sopra, il costo di questa mensa universitaria varia per reddito della famiglia. Ecco la media nazionale:

–       Prima fascia – euro 1,80 (I) euro 1,25 (R)

–       Seconda fascia – euro 2,10 (I) euro 1,45 (R)

–       Terza fascia – euro 3,30 (I) euro 2,30 (R)

–       Quarta fascia – euro 6,00 (I) euro 4,20 (R)

Fate molta attenzione quando compilate la richiesta all’ADISU (): dichiarate sempre la vostra condizione economica, altrimenti il costo del pasto intero diventa di 8,25 euro e quello ridotto di 5,68 euro.
Diverso è il discorso della mensa universitaria nelle “telematiche”. I prezzi variano da realtà a realtà e non sono proporzionali. Potrebbe essere uno svantaggio ma, se il costo è popolare, potrebbe anche ssere il contrario. E’ il caso dell’università UniCusano, il cui prezzo fisso della sua mensa universitaria  è di 5 euro per un pasto completo con una scelta e una qualità di cibi davvero di primo livello. E’ la ragione per cui “gente a tavola” là non manca mai.
Concludendo questo breve viaggio nel mondo della mensa universitaria, c’è da dire che le “tradizionali” sono a basso costo ma con le lungaggini dei documenti e delle file chilometriche nelle ore di punta mentre le “telematiche” vanno studiate caso per caso e sono decisamente più a misura umana.
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