Il giardino del vicino è sempre più verde? Sì, ma a volte lo è per davvero più verde. E non ci si deve accontentare di sé stessi se, intorno, ci sono case histories di realtà che funzionano meglio. Nel settore della formazione accademica, per esempio, l’internazionalizzazione dell’università è un passaggio chiave per puntare ad un futuro più ambizioso. Il nostro è un paese paludato e, se si entra nello specifico della tecnologia, è un paese affossato. È chiaro che l’internazionalizzazione dell’università possa essere la salvezza o, almeno, l’aria calda in grado di portare più su nel cielo la mongolfiera della didattica. Lo sanno bene le università telematiche che, però, si approcciano all’internazionalizzazione dell’università con le giuste distanze.
Senza un approccio che elogi l’internazionalizzazione dell’università le università telematiche in Italia non esisterebbero. Da noi abbiamo ancora paura di usare le carte prepagate per gli acquisti e la fiducia in corsi a distanza è sempre molto scarsa. Per fortuna non ragionano tutti così e, proprio grazi all’internazionalizzazione dell’università, sono sorte molte realtà in grado di portare i nostri ragazzi al livello del resto dell’Europa. Essenziale se si vuole far entrare i neolaureati nel mercato del lavoro sperando che abbiano margine di agire. Detto questo, è chiaro che l’internazionalizzazione dell’università non sia un macro-concetto inscalfibile ma solo la base di partenza per un discorso che va reso nostro, va plasmato secondo le nostre peculiarità. In questo senso spiega molto bene la questione il Magnifico Rettore dell’UniCusano Prof. Fabio Fortuna in occasione della presentazione del nuovo anno accademica avvenuta nel dicembre scorso:
“Non ci si deve confondere con l’esterofilia! L’eccellenza delle tradizioni culturali italiane unita alla ferrea volontà di recuperare il terreno perduto deve consentirci la valorizzazione delle risorse umane di primaria qualità presenti nel nostro Paese. Consentitemi, al riguardo, di ricordare e affermare con forza che noi italiani ci siamo sempre distinti in campo nazionale e internazionale per capacità e competenze, senza aver nulla da invidiare a qualsiasi soggetto appartenente ad altri Paesi. A questo proposito, voglio sottolineare che è importante mantenere le nostre radici e peculiarità culturali. E’ necessario rivitalizzare il corretto utilizzo della lingua italiana e attribuirle l’importanza che merita; come dico sempre agli studenti, quest’ultima ha costituito, continua a costituire e secondo me costituirà sempre il biglietto da visita di ciascun individuo nella vita privata e professionale. Ciò, peraltro, non contrasta assolutamente con l’esigenza di apprendere adeguatamente le lingue straniere, in particolare l’inglese la cui conoscenza approfondita è assolutamente indispensabile”
E sia internazionalizzazione dell’università nelle telematiche ma cum grano salis.
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