Ci sono dei passaggi che sono difficili da raggiungere ma che, una volta acquisiti, consentono di non dover più tornare indietro. E’ il percorso, lungo e tortuoso, che gli atenei online stanno facendo nel nostro immaginario collettivo. Ormai sono accettati dai più ma adesso c’è da studiare la geografia delle università telematiche per capire dove questa nuova possibilità di formazione ha attecchito meglio e per quali ragioni. D’altronde, come ogni grande stratega sa, conoscere bene la geografia è tutto, anche se si parla di università telematiche. Se volete avere una visuale anche voi sulla geografia delle università telematiche, continuate a leggere.

Capire. Capire sempre. E’ l’unico modo per progettare per bene le proprie mosse e soprattutto per indirizzare il proprio futuro per lo meno lontano dal catrame di questa crisi. Se siete in età da laurea, o semplicemente avete deciso di prenderla a prescindere da quanti anni avete, è impossibile non avere a mente la geografia delle università telematiche. Serve a comprendere a pieno un fenomeno formativo che deve il suo slancio finale alla nascita degli americani Mooc (massive open online courses) che hanno stimolato il portale europeo “Open Education Europe”, su cui si potrà accedere liberamente a migliaia di corsi preparati in tutti i quattro gli angoli del continente. Nell’analisi di questo “paese” e della geografia delle università telematiche, c’è da prendere a prestito quanto sa il Miur, e cioè che il numero degli studenti iscritti agli atenei online (11 in tutto) ha subìto un picco nel 2010, quando si è passati da 28.557 iscritti a 40.358, per poi diminuire invece a 37.595 nell’anno accademico 2012/2013. Ma la geografia delle università telematiche sud vuol dire anche dove vivono questi ragazzi del futuro e perché sono là e non in altre parti dello stivale. Secondo la geografia delle università telematiche, le tre regioni regine sono il Lazio ( con 6mila), la Campania (con 5.800) e la Sicilia (con 5.366).
Il motivo per cui secondo la geografia delle università telematiche sono là è che i costi di spostamento verso il nord sono ancora troppo alti. Muoversi coi mezzi, pagare un affitto (anche che sia una stanza) e mantenersi in metropoli non sono paragonabili ai 2500 euro annui che in media costa un percorso di studi virtuale. Realtà come l’UniCusano poi hanno creato pacchetti all-inclusive coi materiali didattici per scavare ancora di più il solco con i salassi delle università tradizionale. Ora che avete i rudimenti della geografia delle università telematiche, a voi la scelta se assecondarla o andare altrove.
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