Un’attenta analisi sullo stato di salute dell’università italiana non può esimersi dal monitorare le dinamiche tra professori e studenti. Ci sono stati anni pesanti (non a caso detti “di piombo”) in cui erano ai ferri corti ma poi, col tempo, le cose si sono tranquillizzate. Almeno fino a qualche giorno fa, quando i principali giornali hanno raccontato un’esemplare storia di dinamiche tra professori e studenti. Se volete saperne di più e soprattutto usare lo spunto per capire se le dinamiche tra professori e studenti sono le stesse di università in università, continuate a leggere.

Assenteisti, ritardatari e superficiali: queste sono le idee che i ragazzi hanno dei loro docenti accademici. Questo è lo stato attuale delle dinamiche tra professori e studenti in Italia. Ce lo raccontano importanti quotidiani come il Corriere della Sera e blog di settore come Universando.com e lo fanno prendendo a spunto un fatto di attualità. Si tratta della rivincita delle dinamiche tra professori e studenti universitari che si è consumata nella facoltà di Economia dell’Università di Padova dove, su decisione del Consiglio di dipartimento, si è scelto di non rinnovare il contratto a due docenti esterni titolari di un insegnamento nel corso di laurea magistrale in economia e finanza. Le ragioni? Valide perché arrivate “dal basso”. I suddetti professionisti sono infatti stati bocciati dai loro stessi studenti che, raccontando sui questionari online di valutazione didattica una scarsa presenza, dei ritardi reiterati alle lezioni e colloqui tenuti nel bar dell’ateneo, hanno scoperchiato il vaso di Pandora tra le dinamiche tra professori e studenti obbligando il Consiglio di dipartimento alla scelta di dare il due di picche al rinnovo.
Questa di Padova è una storia sulle dinamiche tra professori e studenti che trova riscontri in tutto il paese. Citando testualmente quel che scrivono i ragazzi sul blog Studenti.it: “I professori sono visti come figure impenetrabili e inaccessibili, il tempo che concedono agli studenti è limitato mentre le assenze sono ripetute e i colloqui con i ragazzi spesso ignorati. In quest’ottica trovano ragione di esistere i test online di valutazione didattica, una possibilità per gli studenti di segnalare le lacune del corpo docente”. Sarebbe disonesto tacere il fatto che nelle università telematiche non ci sono le stesse dinamiche tra professori e studenti. Probabilmente il fatto che si chieda una retta (seppur in casi come l’università UniCusano piuttosto contenuta) aumenta il rispetto che si si sente di dover dare alle famiglie concedendo ai loro figli tutte le opportunità di sentirsi seguiti. Nessun ritardo di lezione né lacune da parte di tutor sono mai emerse fin d’ora tra gli atenei online e questo non fa che scavare ancora di più il gap con la tradizione agonizzante.
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