Il momento è difficile, e si sa, ma al fondo ci si dovrà pur arrivare. E invece sembra che si possa scendere sempre di più quando a pagarne le conseguenze ci sono i ragazzi che non hanno ancora la forza di ribellarsi alle violenze sociali che subiscono. Infatti le delusioni delle università sono numerose e ben lontane dall’essere superate. Forse fermarsi un attimo per fare il punto della situazione sulle delusioni delle università potrà aiutare ad avere almeno chiaro in testa il quadro e, forse, a capire se si può fare qualcosa. Se volete anche voi fare questa analisi sulle delusioni delle università, continuate a leggere.

Quando si parla di delusioni delle università ci si immerge in un mare magnum in cui si rischia di annegare. Il tema è caldo, tanto che importanti testate come Il Fatto Quotidiano o  Il Corriere della Sera spesso dedicano articoli a riguardo. Cerchiamo di fare un minimo di ordine tra le delusioni delle università. Principalmente sono tre:

1)   Difficoltà di fruire della formazione
Si tratta, tra le delusioni delle università, della più evidente. Tra sovraffollamento delle aule, informazioni latitanti e professori poco disponibili, la vita di chi vuole una laurea è davvero dura. E’ storia recente che all’Università di Padova () alcuni docenti davvero poco professionali siano stati cacciati proprio spinti dalla rabbia e dalla stanchezza degli alunni bistrattati che ne hanno segnalato i nomi.

2)   Costi esorbitanti da sostenere
Non può non appartenere alla macro-categoria delle delusioni delle università il fatto che vitto e alloggio nelle grandi città siano quasi scandalosi per i giovani. Gli sforzi che si chiedono alla famiglia sono immensi, in un momento in cui di soldi in giro ce ne sono davvero pochi.

3)   Prospettive post-laurea quasi inesistenti
Tra le delusioni delle università è ultima in ordine cronologico non certo di merito. Per assurdo si potrebbe sopportare di tutto se, dopo i quattro o cinque anni di studi, si avesse la certezza di trovare un impiego. E invece la certezza è l’esatto opposto per cui, ai soldi spesi per far studiare i figli, vanno aggiunti quelli per mantenerli nei loro infiniti e sottopagati stage.

Tre punti cardine che riassumono le delusioni delle università ma anche che spiegano le ragioni del successo crescente delle università telematiche. Tutti i servizi agli studenti (forse anche perché si paga) sono di altissimo livello con insegnamento eLearning fruibile sempre e materiale didattico sempre aggiornato. I professori, poi, che sono gli stessi degli atenei tradizionali, seguono insieme al tutor tutto l’iter del laureando. I costi, contrariamente a quanto si pensa, poi, sono molto più bassi. Le rette si aggirano, come nel caso dell’università UniCusano, sui duemila euro l’anno in cui è tutto compreso (anche i libri) e, potendo fare molto da casa, tante altre spese si azzerano. Quella che più scottava tra le delusioni delle università, infine, e cioè le pessime prospettive di trovare lavoro, è affrontata dalle università telematiche con massimo impegno dando sempre possibilità di nuovi master di nicchia con relativi stage dove inserirsi è più facile. Un esempio? E’ proprio di questi giorni la notizia della nascita dell’Energy Master dell’UniCusano che darà chance di lavoro nella green economy.
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