Cosa c’entrano le università telematiche con le tecniche base di come prepararsi ad un colloquio di lavoro? C’entrano in pieno, perché, a differenza dei competitor tradizionali, hanno saputo scavarsi una nicchia nel mercato della formazione puntando su un grosso gap di settore e cioè la massima attenzione alle esigenze degli studenti prima e dei neo-laureati poi. E cosa c’è di più importante per un ragazzo che è arrivato a fine percorso di trovarsi un posto di lavoro? Ecco perché molte università telematiche sono prodighe di consigli su come prepararsi al colloquio di lavoro. Se anche voi volete conoscere qualche dritta su come prepararsi al colloquio di lavoro, continuate a leggere.
“Ci sono dei momenti in cui hai bisogno di un sostegno economico e morale”, così cantava un giovanissimo Niccolò Fabi in “Dica”. Una frase che ben si addice ad un neo-laureato che, solitamente, mette le mani sul tanto agognato pezzo di carta e poi viene messo in strada con una mano davanti ed una dietro. Solitamente ma non sempre, perché le università telematiche spiegano molto bene ai loro studenti come prepararsi al colloquio di lavoro. I figli non si abbandonano mai e le telematiche considerano figli i loro ragazzi. Ecco qualche estratto su come prepararsi al colloquio di lavoro:
– Competenze e compatibilità
Il compito di chi vi sta davanti è uno solo: capire se state bluffando. Se siete arrivati là, è perché le vostre caratteristiche piacciono ma l’Italia è pieno di bugiardi e le aziende non amano chi millanta crediti. Questa è la fase in cui portare esempi e prove concrete di quel che sostenete di aver fatto;
– Motivazione
Sembra quasi un pensiero jovanottiano ma chi pensa positivo vince. Sono anni difficili e nessuno vuole mettersi in casa musoni o, peggio, disfattisti;
– Rapporti con l’autorità
Un’azienda è come una squadra di calcio. Chiunque mini lo spogliatoio è una mela marcia e sarà difficile giustificare la mancanza col talento. Dimostrate rispetto per l’autorità e chi già c’è;
– Capacità di apprendere dai propri errori
Chi vuole sembrare perfetto sbaglia due volte. Sta subito molto antipatico e dimostra di non avere capacità di autoanalisi. Citare ad un colloquio un proprio errore del passato e il modo in cui si è superato, invece, fa guadagnare punti;
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