Nell’ambito dell’attuale società le problematiche di natura psicologica sono all’ordine del giorno; ecco perché chi ha studiato psicologia, o ha intenzione di studiarla e di specializzarsi dovrebbe sapere come diventare psicologo dell’infanzia.

I cambiamenti repentini, i ritmi stressanti, le problematiche economiche, le difficoltà nei rapporti familiari riguardano gli adulti ma possono avere ripercussioni serie anche sui bambini.
Dal momento che l’infanzia è una fase della vita piuttosto delicata si rende in alcuni casi necessario l’intervento di un professionista, un profilo specializzato in grado di individuare e risolvere gli eventuali disturbi psicologici che col tempo potrebbero sfociare in vere e proprie patologie e inficiare sul corretto sviluppo neuro-cognitivo del bambino.

Disturbi legati al comportamento, disagi relazionali, blocchi emotivi e difficoltà di apprendimento sono tra le problematiche più frequenti, il cui trattamento richiede approcci adeguati, efficaci e personalizzati sulla base delle peculiari esigenze e/o situazioni.

La psicologia infantile è un campo che offre interessanti prospettive occupazionali, per le quali sono però richieste competenze specialistiche.

Cosa studia la psicologia infantile

Prima di addentrarci nell’ambito del percorso formativo per uno psicologo professionista cerchiamo di capire cosa studia la materia.

La psicologia infantile è una branca psicologica incentrata sull’età evolutiva, e quindi sui processi di sviluppo che riguardano la delicata fase di crescita di bambini e adolescenti.

Entrando maggiormente nel dettaglio, la disciplina studia tutti gli aspetti che riguardano il mondo dei bambini, approfondendo in maniera particolare i processi relativi alla crescita emotiva e culturale.
Obiettivo della disciplina è quindi comprendere le dinamiche che regolano i processi emotivi e individuare gli eventuali disagi nascosti dietro alcuni comportamenti.

Le problematiche che insorgono durante la fase di crescita di un bambino possono essere sia di natura fisica che psichica, o anche entrambe.
Non sempre i genitori sono in grado di individuare malesseri e disagi, ma soprattutto non possiedono le competenze tecniche necessarie per affrontarli e gestirli nel modo giusto.
Ecco perché è fondamentale l’intervento di profili competenti, professionisti qualificati in grado di supportare il bambino ma anche e soprattutto i genitori.

Nel seguente elenco abbiamo raccolto i principali sintomi identificabili come campanelli d’allarme, come segnali di disagio che non possono assolutamente essere sottovalutati:

  • Eccessiva timidezza
  • Isolamento
  • Iperattività
  • Mancanza di appetito o bulimia
  • Difficoltà di apprendimento
  • Ritardi nello sviluppo del linguaggio
  • Sbalzi di umore
  • Aggressività
  • Disturbi del sonno

Chi è e cosa fa lo psicologo dell’infanzia

Entriamo finalmente nel cuore del nostro post per analizzare il profilo esperto di psicologia infantile.
Scopriremo nel dettaglio come diventare psicologo dell’infanzia e come opera un professionista.

Partiamo dalle situazioni in cui più frequentemente interviene.
Il passaggio da una scuola all’altra, la separazione dei genitori, un lutto familiare, problematiche in famiglia di varia natura: sono solo alcune delle cause che determinano l’insorgenza di malesseri, e che pertanto richiedono l’intervento di uno psicologo.

Il profilo esperto in psicologia infantile si occupa di individuare i malesseri al fine di adattare il giusto approccio atto a garantire al paziente il corretto sviluppo neuro-cognitivo, psicodinamico ed emotivo.

Lo psicologo infantile, a seconda dei casi e delle esigenze, può rappresentare anche un valido supporto per le figure che ruotano intorno al bambino come ad esempio i genitori, gli insegnanti, i parenti ecc.

Dal punto di vista operativo un professionista parte solitamente da un colloquio con i genitori, al fine di tracciare uno storico e recuperare tutte le informazioni utili ad individuare la problematica.

La terapia, a seconda delle situazioni e dei casi, può essere condotta con o senza la presenza dei genitori; questi ultimi devono comunque essere informati in merito alle tecniche terapeutiche utilizzate e agli obiettivi raggiunti.

Tra gli strumenti più efficaci utilizzati per l’approccio con i bambini rientrano i test, condotti con materiali ludici (disegni, giochi da tavolo, puzzle, bambole ecc.) e in generale con strumenti  che risultino familiari ai piccoli pazienti e che non siano percepiti come invasivi.

Come diventare psicologo infantile

Per diventare psicologo dell’infanzia bisogna seguire l’iter formativo previsto per l’iscrizione all’albo degli psicologi.

Si parte quindi dal conseguimento di una laurea triennale in psicologia per poi continuare con una specializzazione magistrale.

Trascorsi i 5 anni necessari per portare a temine il percorso di studi universitario, impostato sulla classica formula del 3+2, bisogna svolgere un anno di tirocinio

Al termine del periodo di stage si procede con l’Esame di Stato e con l’iscrizione all’Albo degli psicologi.

Per poter esercitare la professione di psicologo dell’infanzia è necessario conseguire un’ulteriore e più specifica specializzazione nell’ambito della psicologia infantile, attraverso un master post-laurea di I o di II livello.

Tra le proposte presenti sul mercato formativo italiano segnaliamo i master che la Niccolò Cusano ha attivato per tutti gli psicologi che desiderano acquisire una preparazione attuale e approfondita.
In particolare segnaliamo il master in psicologia pediatrica e il master in psicologia scolastica.

Per ricevere ulteriori info e dettagli sui corsi di laurea in Psicologia e sui master di specializzazione per psicologi infantili puoi contattare lo staff Unicusano attraverso il modulo online che trovi cliccando qui!