Purché se ne parli… questo è il mantra che recitano alcune persone nella vita. Non è esattamente oro colato questa frase. A volte se ne parla male, troppo male e, spesso, con doppi o tripli fini che meritano di essere smascherati. È il caso delle università telematiche intorno a cui girano molte chiacchiere. L’interesse più ovvio è screditarle agli occhi delle famiglie italiane per lasciare intonso lo Status Quo. Invece spesso le cose non stanno come vorrebbero le chiacchiere sulle università telematiche. Vediamolo insieme qua di seguito.
Quante chiacchere! Quante chiacchiere sulle università telematiche! Se ne fanno di tutti i tipi e non sempre in modo “pulito”. Ecco perché sfatiamo qualche mito. Qua di seguito smentite di chiacchiere sulle università telematiche:
– La qualità degli studi è bassa
Spesso i docenti sono gli stessi degli atenei tradizionali e in più le chiacchiere sulle università telematiche non dicono che c’è anche un bel giro di tecnici nelle telematiche, presi con l’idea di unire il sapere al fare in modo che i ragazzi possano studiare sia coi luminari che con chi davvero opera in un preciso campo;
– L’eLearning è un modo di studiare alienante
Questa è una delle chiacchiere sulle università telematiche meno solida perché l’eLearning apre il diritto allo studio a categorie svantaggiate come le mamme studentesse o gli studenti lavoratori e poi, ormai, tutte le telematiche hanno un’estensione fisica dove aggiungere alla FAD – formazione a distanza la FIP – formazione in presenza in modo che anche l’interazione tra studenti e con i docenti possa avere seguito fisico;
– Studiare in questo modo non ha sbocchi
Chi crede a questa tra le chiacchiere sulle università telematiche è quello che si sbaglia di più. Dopo la laurea molti atenei lasciano i ragazzi al loro destino mentre le telematiche li seguono con servizi e formazione ad hoc fino al primo impiego e, prima ancora, concepiscono i corsi di laurea in modo che trattino materie che siano di vero interesse per le aziende.
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