Premesso che siamo in guerra, ognuno combatte come può. L’Occidente può tantissimo, non per l’armamentario in suo possesso ma perché ha alle spalle più di duemila anni di evoluzioni ed invenzioni. Viene naturale, quindi, contrastare il terrorismo con la resistenza culturale. In questo, valide alleate sono le università telematiche che, per come sono strutturate e per i servizi che offrono, sono ideali per supportare una resistenza culturale. Ne volete sapere di più? Come cosa c’è da sapere sul tema.

Cosa rende perfette collaboratrici della resistenza culturale le università telematiche? Diverse ragioni che vediamo insieme in modo schematico qua:

– Hanno lo studente al centro di tutto
A differenza di realtà del passato, non è lo studente che si deve approcciare all’ateneo ma l’esatto opposto. La mission di tutte le università telematiche, infatti, è quella di soddisfare le esigenze dei giovani attraverso erogazione di corsi che davvero rendano appetibili sul mercato e attraverso tutta una serie di servizi che mettano la strada degli studi in discesa.

– Hanno una metodologia di studio moderna
La resistenza culturale passa anche dagli strumenti che si insegnano ad usare agli studenti. In questo, le telematiche sono regine perché mettono i giovani tra FAD – formazione a distanza e e FIP – formazione in presenza dando una serie di strumenti come il WiFi gratis, lo streaming dei video, le LIM – lavagne interattive, video-conference e chat. Le uniche armi che un ventenne dovrebbe abbracciare.

–  Hanno un dialogo col mercato del lavoro
Al contrario del medioevo culturale del nostro paese, le telematiche praticano la resistenza culturale parlando costantemente con le aziende. Si tratta di farsi dire cosa possa servire e dove debba andare la formazione col doppio vantaggio che gli studenti studiano qualcosa di utile e le aziende hanno neo-laureati appetibili.

Qualsiasi domanda vogliate fare sulla resistenza culturale delle università telematiche ma non solo, potete farlo attraverso l’apposito form informativo.