Se sei alla ricerca di notizie e informazioni su come diventare amministratore di condominio allora significa che sei arrivato sulla pagina giusta; questo post fa proprio al caso tuo!

Il condominio, essendo composto da un insieme di persone diverse per età, sesso, estrazione sociale e cultura, si presenta come un contesto complesso e di difficile gestione.
Per tale motivo, oltre ad una serie di capacità e doti personali, la figura dell’amministratore deve possedere una preparazione solida in vari campi, che spaziano da quello economico a quello giuridico.

Ecco perché l’università telematica Niccolò Cusano ha deciso di realizzare una breve guida che elenca nel dettaglio le mansioni di un professionista e il percorso formativo ideale per acquisire un know how attuale.

Amministratore di condominio: mansioni e responsabilità

Prima di addentrarci nell’ambito della formazione analizziamo brevemente la figura professionale in oggetto.

L’amministratore di condominio svolge una funzione di tipo amministrativa; si occupa quindi di gestire l’edificio (per ciò che concerne le parti comuni) relativamente a tutti quegli aspetti che riguardano la manutenzione e l’integrità.

Tra le altre mansioni svolte rientrano: la redazione dei registri condominiali e la gestione dei vari verbali relativi alle assemblee; l’archiviazione della documentazione relativa alle spese di gestione del condominio (stato dei pagamenti, fatture ecc.); la redazione del rendiconto condominiale; la riscossione delle quote mensili dovute dai condomini; la disciplina relativa all’uso delle parti condominiali; la tutela del regolamento di condominio.

Alla luce di quanto fin qui evidenziato, è fondamentale possedere una serie di soft skills che riguardano in maniera particolare l’attitudine al problem solving, le abilità comunicative e una buona capacità di ascolto.

L’amministratore è obbligatorio nei condomini con più di otto condòmini; il ruolo può essere ricoperto da un condòmino stesso o da un professionista esterno, a patto che sussistano i requisiti previsti dall’attuale normativa.
L’incarico ha una durata di 12 mesi; il secondo anno, salvo delibera di revoca, viene rinnovato in automatico.

Normativa

Il ruolo dell’amministratore condominiale è definito dagli articoli 1129, 1130, 1131 del Codice Civile, i quali fanno riferimento alla funzione di rappresentante legale, e in particolare alle responsabilità civile e penale che egli assume nei confronti del condominio; egli può agire in giudizio sia contro i condomini che contro terzi.

Con l’entrata in vigore della legge n.220/2012 sono state introdotte una serie di novità che riguardano i requisiti formativi.
Il Decreto legislativo n. 145 del 2013 demanda al Ministero della Giustizia l’emanazione di un regolamento finalizzato a disciplinare l’aspetto della formazione.
Il risultato è il Decreto Ministeriale n. 140 del 2014 ‘Regolamento recante la determinazione dei criteri e delle modalita’ per la formazione degli amministratori di condominio nonche’ dei corsi di formazione per gli amministratori condominiali’.

I requisiti per diventare amministratore di condominio sono:

  • Pieno godimento dei diritti civili
  • Assenza di condanne per: delitto contro la Pubblica Amministrazione, l’amministrazione della giustizia, la fede pubblica, il patrimonio; delitto non colposo per il quale è prevista la reclusione non inferiore a due anni, nel minimo, e a cinque anni, nel massimo
  • Assenza di misure di prevenzione diventate definitive; a meno che non sia prevista riabilitazione
  • Non essere interdetti o inabilitati
  • Non essere iscritti nell’elenco dei protesti cambiari
  • Posesso di un titolo di studio non inferiore a un diploma di scuola secondaria di secondo grado
  • Frequenza di un corso di formazione di almeno 72 ore, seguito da aggiornamenti annuali di almeno 15 ore

Il percorso di studi ideale per diventare amministratore di condominio

Come accennato in precedenza, prima del 2012, ovvero prima dell’entrata in vigore della legge n. 220, l’incarico relativo all’amministrazione condominiale non prevedeva particolari requisiti se non quelli di onorabilità e professionalità (art. 71-bis del Codice Civile).
La riforma del condominio del 2012 ha ridefinito la professionalità, introducendo requisiti specifici quale ad esempio l’obbligo di un percorso formativo specifico.

Il primo requisito riguarda il possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado.
Per svolgere la funzione di amministratore bisogna inoltre frequentare uno specifico corso di formazione, la cui organizzazione è curata solitamente dall’U.N.A.I. (Unione Nazionale Amministratori di Immobili) e dall’ANAMMI (Associazione Nazional-europea degli Amministratori di Immobili).

Durante lo svolgimento della professione bisogna comunque seguire corsi di aggiornamento, per i quali è prevista l’acquisizione di 15 crediti formativi annuali.

Dal momento che la professionalità richiede una serie di competenze tecniche che afferiscono all’ambito economico-giuridico, anche se non è obbligatorio ai fini dello svolgimento dell’attività, il conseguimento di una laurea è fortemente consigliato.
L’indirizzo più versatile, che meglio di altri riesce a garantire un know how allineato alle esigenze dell’amministrazione condominiale, è senza dubbio quello economico.
Il percorso ideale è identificabile nel corso di laurea in Economia aziendale e management attivato dall’Università telematica Niccolò Cusano finalizzato ad erogare una preparazione completa e attuale nelle aree economiche, aziendali e giuridiche.

In base alle codifiche ISTAT il triennio prepara alla professione di ‘amministratore di stabili e condomini’.

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