Può sembrare strano ma legare insieme i concetti di tecnologia e università non è così scontato. Soprattutto da noi dove, anzi, gli atenei sono da sempre (e tutt’ora) il simbolo dello status quo, di vecchi ed ingombranti dinosauri della formazione che ancora infestano il futuro dei ragazzi. Sarebbe sufficiente mostrare la qualità e la quantità di computer dei corsi di laurea per spiegare come sta messa la tecnologia all’università. Diverso è il caso della Francia, invece, dove arriva una bella novità. Se volete sapere cosa bolle in pentola riguardo alla tecnologia alle università, continuate a leggere.

Direttamente dalla romantica Parigi arriva una notizia che scuote un po’ il torpore della discussione tra tecnologia e università in Italia. Mentre da noi ancora si lotta per fornire ai ragazzi dei computer decenti che vadano oltre all’opportunità di accendersi, la capitale transalpina annuncia che entro il 2018 saranno pronti 35mila mq di innovazione ed attenzione all’ecologia, sarà pronto entro il 2018, in zona sud di Parigi nel XII arrondissement a Rue Picpus. Come spiegano entusiasti giornali come Il Corriere della Sera e Il Fatto Quotidiano, sarà qualcosa che intreccia strettamente il rapporto tra tecnologia e università perché si parla di nuova casa pensata per la Nuova Sorbona Parigi III, un vero e proprio campus sostenuto con insistenza dal governo francese e dalla regione Ile de France che, per renderlo reale hanno tirato fuori la cifra da capogiro di 135 mln di euro. Il concept di fondo è quello di riunire in un unico luogo le dodici sedi che fanno riferimento alla Nuova Sorbona Parigi III attraverso un polo che spazi dall’arte alle lettere fino alle lingue, dalle scienze umane a quelle sociali. Insieme all’iniziativa legata alla costruzione del nuovo polo universitario prenderà il via il concorso di architettura che vedrà gli aspiranti progettisti misurarsi con una sfida stimolante legata al rapporto tra tecnologia e università: avere a che fare con l’introduzione dell’insegnamento a distanza, una rivoluzione numerica avviata da quei Rettori di università americane che si domandano se fra trent’anni, con la de materializzazione degli insegnamenti, i loro atenei avranno ancora ragione di esistere. Tutto molto bello e apparentemente molto moderno ma non dimentichiamoci che in Italia esiste un mondo ancora parzialmente sommerso che parla la stessa lingua. Si tratta delle università telematiche che fin dalla loro nascita hanno puntato sul connubio tecnologia e università e che in qualche modo hanno anticipato da un po’ le meraviglie francesi. Un esempio? L’università UniCusano possiede un campus universitario a Roma tra i più attrezzati, immerso nel verde e pieno di tutti i comfort per gli studenti.
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