Per diventare consulente finanziario devi affrontare un percorso il cui primo passo è la laurea in economia e finanza. Se hai una passione per i mercati, si tratta di un lavoro molto soddisfacente che potrai svolgere come dipendente o come libero professionista. Oggi, infatti, hai la possibilità di scegliere tra il ruolo di consulente abilitato all’offerta fuori sede (gli ex promotori finanziari) oppure quello di consulente autonomo. Per saperne di più e avere tutte le informazioni su studi e lavoro continua la lettura della guida.

Consulente finanziario: cosa fa?

Prima di capire come diventare consulente finanziario è bene approfondire le mansioni di questa figura. Uno dei compiti più importanti è l’aggiornamento continuo sull’andamento dei mercati. Il consulente raccoglie cioè informazioni e si occupa di:

  • fornire consulenze per la gestione finanziaria dei capitali dei clienti
  • creare e gestire i portafogli investimenti di privati e aziende
  • proporre strumenti e prodotti finanziari (azioni, obbligazioni, titoli di stato, oro, criptovalute) in linea con il profilo di rischio dei clienti
  • monitorare gli investimenti e apportare i cambiamenti derivanti dall’andamento dei mercati e non solo

Come si diventa consulente finanziario: le conoscenze

Per operare al meglio come consulente devi avere una serie di competenze specifiche tra cui:

  • tecniche di analisi dei mercati
  • normative riguardanti la contrattualistica finanziaria
  • tecniche di analisi dei rendimenti e dei rischi finanziari

Questo tipo di conoscenze si acquisiscono con una laurea in materie economiche. L’Università Nicolò Cusano, per esempio, ti propone i seguenti corsi:

  • economia aziendale e management – laurea triennale L-18
  • mercati globali e innovazione digitale – laurea magistrale LM-56 in scienze economiche
  • gestione e professioni d’impresa – laurea magistrale LM-56 in scienze economiche

Se hai fretta di iniziare, puoi curare il tuo portafoglio personale di investimenti e studiare contemporaneamente. In questo modo metti alla prova le tue conoscenze appena acquisite e non rubi tempo agli esami.

Unicusano favorisce questo tipo di conciliazione tra l’università e le attività extra perché la formazione avviene in modalità e-learning. Non devi cioè recarti in ateneo per seguire le lezioni di economia dei professori e non devi trasferirti nella città in cui si trova il tuo ateneo. Ti basta semplicemente collegarti alla piattaforma online sempre accessibile dell’Università Nicolò Cusano e usufruire delle lezioni in formato video

Diventare consulente finanziario: fuori sede o autonomo?

Una volta concluso il tuo percorso di studi universitari e ottenuta la laurea magistrale, devi decidere tra le due modalità lavorative qui sotto:

  • consulente abilitato all’offerta fuori sede
  • consulente autonomo

Il primo è un collaboratore di banche, reti bancarie e società di assicurazioni. Questo significa che vende i prodotti e gli strumenti finanziari del suo mandante e risponde alla banca di cui è dipendente.

Nel secondo caso, invece, si tratta di un libero professionista a tutti gli effetti. Gli autonomi non lavorano cioè per banche, assicurazioni e intermediari e vengono pagati direttamente dai loro clienti. I consulenti autonomi cioè emettono delle parcelle per i consigli finanziari che offrono. La differenza tra le due figure, dunque, non è solo lavorativa ma anche economica.

I consulenti abilitati all’offerta fuori sede ricevono uno stipendio. Quelli autonomi, invece, possono stabilire parcelle corrispondenti a una percentuale sul patrimonio che gestiscono oppure una parcella calcolata sulla base dei risultati raggiunti. In Italia, per esempio, i consulenti autonomi lavorano con una percentuale media corrispondente allo 0.3%-1% del patrimonio gestito. Facciamo un esempio per farti capire meglio i guadagni. Immaginiamo che il consulente Mario chieda una parcella dello 0.5% e debba inviare la fattura per i suoi servizi a un cliente che gli ha affidato 250 mila euro. Mario percepirà un onorario pari a 1.250 euro per quel cliente. I consulenti autonomi, tra l’altro, possono lavorare sia da soli che all’interno delle società di consulenza finanziaria SCF.

LEGGI ANCHE: Come diventare manager finanziario

L’albo dei consulenti finanziari

Per diventare consulenti finanziari devi iscriverti all’albo gestito dall’OCF (Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei Consulenti Finanziari). L’iscrizione è obbligatoria sia per i consulenti abilitati all’offerta fuori sede sia per quelli autonomi e per le società SCF.

Per poterti registrare, però, devi superare un esame organizzato dall’OCF. Le prove si tengono con cadenza mensile, tranne nei mesi di agosto e gennaio, e prevedono un test costituito da 60 domande a risposta multipla:

  • 40 domande da 2 punti
  • 20 domande da 1 punto

Per superare la prova bisogna raggiungere un punteggio minimo pari a 80 durante gli 85 minuti concessi da OCF. Le domande vengono estratte casualmente da un database costituito da 5000 quesiti e 20000 riposte. Questo significa che ogni domanda prevede 4 risposte, di cui una giusta e tre distrattori. Il database, tra l’altro, viene aggiornato due volte all’anno. Ma quali sono gli argomenti su cui vertono le domande dell’esame? Ecco come sono suddivisi:

  • 24 domande su diritto del mercato finanziario e degli intermediari e disciplina delle attività del promotore finanziario
  • 19 domande su nozioni di matematica finanziaria, di economia del mercato finanziario, di pianificazione finanziaria e finanza comportamentale
  • 5 domande di diritto privato e diritto commerciale
  • 6 domande di diritto tributario riguardanti il mercato finanziario
  • 6 domande di diritto previdenziale e assicurativo

Consulente finanziario come diventare: i requisiti indispensabili

Oltre al superamento della prova OCF, devi essere in possesso di una serie di requisiti indispensabili per iscriverti all’albo. Primo fra tutti l’onorabilità, vale a dire l’assenza di pendenze con la legge.

Nel caso dei consulenti autonomi, invece, non basta l’onorabilità. Devi dimostrare di essere davvero indipendente. Non sono ammessi cioè i consulenti che hanno rapporti diretti o indiretti con banche e intermediari finanziari. Gli autonomi sono anche tenuti a consegnare un documento programmatico. In cosa consiste? In un documento in cui viene descritto il processo di lavoro e la tipologia di consulenza e assistenza che si intende offrire ai clienti. Infine, agli autonomi è richiesta la stipula di un’assicurazione che tenga al riparo i clienti da eventuali problemi.

Infine, l’OCF monitora il lavoro dei consulenti. Questo significa che in caso di attività poco lecite sono previste una serie di sanzioni. Nelle situazioni più gravi l’OCF può arrivare a sospendere il consulente.

Consulente finanziario: sbocchi lavorativi

Parliamo di sbocchi lavorativi per i consulenti abilitati all’offerta fuori sede e per i consulenti dipendenti. Nel caso degli autonomi si tratta di liberi professionisti, le cui opportunità variano a seconda della capacità di ampliare il proprio numero di clienti.

Le altre figure, invece, possono lavorare presso:

  • banche
  • agenzie assicurative
  • SIM – società di intermediazione mobiliare
  • società di gestione del risparmio

Di solito il consulente abilitato all’offerta fuori sede ha una retribuzione che dipende dal suo volume di affari. Il tipo di contratto varia a seconda della banca o della società presso cui lavora. In linea di massima, però, questi professionisti hanno una base fissa e una variabile. Quest’ultima dipende dai portafogli gestiti e dal numero di strumenti e prodotti finanziari venduti. Secondo i dati statistici, un consulente finanziario arriva a guadagnare in media 2600 euro al mese. Si tratta di un ottimo stipendio, molto più alto della media delle altre professioni.

Come vedi, diventare consulente finanziario conviene eccome, anche perché quei 2600 euro sono solo un esempio. I consulenti più esperti, infatti, arrivano a guadagnare cifre molto più alte. Per quanto riguarda, invece, gli autonomi lo stipendio medio si aggira sui 55 mila euro all’anno. Ovviamente, i guadagni degli autonomi dipendono da una serie di variabili come il numero di clienti, il tipo di clienti (piccoli, medi e grandi), il livello di esperienza e il numero e la tipologia di servizi finanziari offerti.

Credits immagine: Stokkete/DepositPhoto.com