Come si diventa mediatore familiare? Se te lo stai chiedendo è perché, innanzitutto, hai ben compreso l’importanza della specializzazione del mercato del lavoro ormai lontano dai tuttologi e ben orientato a scegliere e premiare solo chi il know-how ce l’ha davvero.

Poi devi sapere che il primo passo per avvicinarti a questa professione è conoscere la definizione del mediatore familiare che, secondo la giurisprudenza attuale, è:

“un esperto nella gestione dei conflitti all’interno della famiglia, rispetto alla quale è un osservatore esterno, imparziale e che non dà giudizi. Si tratta di un professionista altamente qualificato, con competenze nell’ambito giuridico e psicologico e con particolari abilità di negoziazione”.

La storia delle mediazione familiare racconta che i primi protagonisti hanno iniziato ad operare negli Stati Uniti negli anni sessanta mentre da noi sono arrivati solo intorno al 1980. D’altronde la legge sul divorzio risale al 1974. Scopriamo meglio come si struttura questo lavoro e cosa devi fare per arrivare a svolgerlo.

Buona lettura.

Come si diventa mediatore familiare?  Avendo la passione per la famiglia al punto di voler ricomporre di lavoro le sue incrinature. E come rinsaldare il muro? Capendo alcune cose di partenza.

Mediatore familiare: cosa fa

Il ruolo principale del mediatore culturale è ricomporre la discrasia tra marito e moglie.

Il know-how base

Un bravo mediatore familiare si pone prima di tutto in una posizione di ascolto, facendo spazio alle esigenze di tutti e valorizzando i componenti della famiglia e le loro risorse. Il suo ruolo consiste nell’aiutare la coppia a riaprire i canali di comunicazione.

L’obiettivo

Se ogni cosa nel mondo si muove per una ragione, il movimento del mediatore è puntato ad incanalare l’energia che le parti mettono nei conflitti nella ricerca di un accordo soddisfacente per tutti e in grado di tutelare l’interesse degli eventuali figli.

I confini

Va spiegato per completezza d’informazione che nelle caratteristiche del mediatore familiare non ci sono né quelle legali né quelle terapeutiche. Ecco perché tenta invece di aiutare la coppia a capire ciò che davvero è meglio per tutti i componenti della famiglia, tenendo aperto un dialogo costante e consapevole.

Le zone off-limits

E’ importante non andare oltre nella tua professione. Se sei un mediatore familiare devi concentrarti sul presente e non sul futuro portando alla ricerca di una soluzione che poi può essere rivista e modificata nel momento in cui cambiano le esigenze.

Non solo. Evita assolutamente di schierarti per l’uno o per l’altro né esprimere valutazioni personali ma cerca, invece, di individuare la soluzione migliore per tutti attraverso la risoluzione pacifica del conflitto. Ci vuole testa e buona volontà ma si può fare. Ce la puoi fare. Come si diventa mediatore familiare significa capire anche questo.

Diventare mediatore familiare

A differenza di altri paesi europei, l’Italia non si è ancora dotata di una legislazione sulla mediazione familiare. Questo significa che non esiste un albo nazionale e che nessun provvedimento ha definito con chiarezza il percorso formativo che si deve intraprendere, col risultato che spesso i mediatori vengono confusi con altre figure che intervengono nelle problematiche familiari, come gli assistenti sociali o gli educatori.

Le Associazioni

Sono nate singole associazioni di categoria per mediatori familiari, come Aimef e Simef, che hanno degli albi privati e indicano costantemente i criteri per la formazione.

Un altro punto di riferimento per chi vuole intraprendere la carriera di mediatore familiare è il  CentroItaliano di Mediazione

Il percorso formativo

Come si diventa mediatore familiare? A livello scolastico, dovrai:

  • aver conseguito una laurea specialistica in Psicologia, Giurisprudenza, Servizi sociali, Sociologia, Scienze della formazione  e/o dell’educazione;
  • aver frequentato un corso di formazione in mediazione familiare, in genere di durata non inferiore ai dodici mesi e di almeno250 ore, che comprenda lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche;
    3. avere completato l’aggiornamento costante e la formazione continua tramite master, seminari, convegni e corsi specialistici.

Gli sbocchi lavorativi

Dopo aver scoperto come diventare mediatore familiare vediamo che tipo di impiego può trovare questa figura. Tra i possibili sbocco lavorativi da mediatore familiare ci sono:

  • lavoro presso le Pubbliche Amministrazioni accessibili tramite concorsi;
  •  lavoro per strutture private;
  • lavoro per strutture in proprio, inserendosi magari in un network di altri professionisti (psicologi, educatori) e aprendo una Partita Iva.

Non esiste un tariffario, ma i guadagni dei mediatori familiari possono aggirarsi dai 50 ai 100 euro a seduta.

*** Se ti interessa sapere come diventare mediatore familiare, di certo ti interessa anche sapere come diventare avvocato civilista, visto il nesso con alcuni aspetti della famiglia italiana ***

Che poi scoprire con esattezza come si diventa mediatore familiare può rappresentare un ottimo punto di arrivo ma la partenza è sempre una solida laurea in Giurisprudenza.

Se lo capisci (e lo approvi) anche tu, allora mettiti sotto e fallo leggendo tutte le informazioni che su questo percorso di studi diamo tra le righe degli articoli del nostro blog tematico oppure chiedendoci quello che ti serve attraverso l’unico modo possibile. Quale? Usando  la nostra pagina dedicata.