Sembra ancora lontano il tempo in cui in Italia le cose andranno bene. Il rapporto con la tecnologia, per esempio, arranca e zoppica anche solo dalla base e cioè analizzando il rapporto che c’è tra i corsi dell’università e i Social Network. Sono pochi e poco visibili, a dimostrazione che già da chi dovrebbe formare non si capisce quanto sarebbe utile portare questi corsi verso e sui Social Network. Ecco qualche riflessione sull’argomento e qualche spunto che si spera possa aiutare a rendere più massiccia la presenza dei corsi accademici sui Social Network.

Nella classifica dei 25 maggiori atenei per numero di iscritti – dati Miur – il 64% registra una presenza su siti di microblogging e, fra questi, soltanto le università di Padova, Torino, Politecnico di Milano e Politecnico di Torino hanno un numero di follower superiore a 2.500 con l’università UniCusano poco sotto. Tradotto in soldoni, vuol dire che la presenza dei corsi accademici sui Social Network è minima. Sono questi i primi dati che emergono dall’analisi svolta da Universita.it, il quotidiano di informazione universitaria più letto dai giovani che, dopo aver analizzato il rapporto tra corsi accademici  e i Social Network, ha deciso di osservare il comportamento degli atenei su Facebook e  Twitter. Da non sottovalutare, ai fini della ricerca dei corsi accademici presenti sui Social Network, nemmeno la presenza degli atenei italiani su LinkedIn, un servizio di rete sociale in linea impiegato principalmente per la costruzione di reti di contatti professionali. La rete di LinkedIn a gennaio 2009 contava circa 30 milioni di utenti che, a maggio del 2010, sono più che raddoppiati arrivando ad oltre 68 milioni; mentre il 22 marzo 2011 LinkedIn, presente in oltre 200 paesi, ha superato 100 milioni di utenti in tutto il mondo. Ad oggi i corsi accademici presenti sui Social Network risultano mediamente rari e il più delle volte discontinui, sottovalutando forse l’immenso potere di condivisione che queste piattaforme sociali concedono, con la possibilità di aumentare esponenzialmente il coinvolgimento degli iscritti che potrebbero finalmente sentirsi parte attiva di una vera comunità.
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