La psicologia sportiva consente di combinare la formazione ad indirizzo psicologico con la passione per lo sport; ecco perché ti spiegheremo nel corso di questo post come diventare psicologo dello sport.

Prima di addentrarci nell’ambito dell’iter formativo è d’obbligo una breve premessa per comprendere meglio le opportunità rivolte a chi decide di specializzarsi.

In Italia, fino a qualche anno fa, la figura dello psicologo sportivo era poco considerata. Oggi è diventata praticamente indispensabile, sia nei contesti agonistici che in quelli dilettantistici/amatoriali.

Non è difficile quindi comprendere le buone prospettive occupazionali legate ad una professionalità qualificata.

Psicologo sportivo: chi è e cosa fa

La psicologia sportiva è una disciplina piuttosto delicata, la cui finalità è migliorare l’approccio allo sport e le abilità mentali di atleti e sportivi.
In altre parole, la materia in questione applica i principi della psicologia all’ambito sportivo, con l’intento di migliorare le performance  e allo stesso tempo di contribuire alla crescita personale dell’atleta.

Partendo dal presupposto scientifico che la mente agisce su ogni aspetto della vita dell’essere umano è piuttosto evidente l’importanza dell’allenamento psicologico, in qualsiasi tipologia di disciplina sportiva.
La professionalità di una figura esperta e qualificata diventa quindi indispensabile.

Entrando nello specifico, lo psicologo sportivo è quindi un professionista che si occupa di agire sui fattori psicologici, cognitivi ed emozionali che consentono di migliorare le performance;
a differenza dello psicologo clinico non si occupa del passato e non interviene sulla psicopatologia. Il suo ruolo è quello di lavorare sugli aspetti motivazionali al fine di indurre l’atleta/sportivo a modificare i pensieri e i comportamenti che agiscono negativamente sulle prestazioni sportive.

Non è quindi una professionalità che può essere improvvisata ma si tratta di una professione che richiede una formazione di tipo specialistico.

Lavorare come psicologo dello sport: formazione e specializzazione

In Italia la figura dello psicologo dello sport non è associata ad albi professionali; di conseguenza non è richiesta alcuna abilitazione per lo svolgimento della professione.

Esistono tuttavia l’AIPS (Associazione Italiana Psicologia dello Sport e dell’Esercizio) e la SIPSIS (Società Italiana di Psicologia dello Sport), due associazioni di categoria che si occupano di ricerca e promozione.

Per accedere alle opportunità lavorative destinate agli psicologi sportivi è comunque necessario acquisire una preparazione completa e aggiornata.
L’iter formativo ideale parte quindi da un corso di laurea in Psicologia.

Tra i percorsi di studio disponibili sul mercato formativo italiano segnaliamo i corsi online della Niccolò Cusano, che annoverano tra i vantaggi la possibilità di frequentare l’università a distanza.

La proposta ad indirizzo psicologico si sviluppa sulla tradizionale formula del 3 + 2, composta da un corso triennale seguito da una magistrale. Nel dettaglio:

  • Corso di laurea triennale in Psicologia, Scienze e tecniche psicologiche
  • Corso di laurea magistrale in Psicologia – curriculum Psicologia clinica e della riabilitazione
    Corso di laurea magistrale in Psicologia – curriculum Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

Il triennio intende fornire allo studente i cosiddetti ‘fondamenti del sapere psicologico’, ovvero le basi per approcciarsi alla crescente complessità della disciplina e delle metodiche di studio del processi psicologici.
Nel dettaglio, il programma include l’approfondimento delle teorie scientifiche passate e recenti e delle metodologie di intervento più efficaci riconosciute e approvate dalla Comunità Scientifica.

Per chi intende proseguire, il biennio magistrale più idoneo alla formazione di uno psicologo dello sport è quello che afferisce all’indirizzo ‘Psicologia del lavoro e delle organizzazioni’.
Il percorso specialistico è impostato su insegnamenti che mirano a sviluppare nel corsista competenze che riguardano l’assessment, la gestione delle risorse umane e la prevenzione delle condizioni di disagio.
Sono inoltre previsti approfondimenti che riguardano la psicologia dei processi cognitivi normali e patologici, la psicologia delle emozioni, la neuropsicologia, le neuroscienze, la psicometria e le dinamiche delle relazioni umane.

Un’ulteriore specializzazione, più specifica e specialistica, è identificabile nel master di primo livello in Psicologia dello sport.

Si tratta di un percorso post-laurea che mira ad erogare le conoscenze e le competenze per approcciarsi alla materia nella sua complessità multidimensionale.
In particolare, il piano didattico prevede un’impostazione interdisciplinare che abbraccia la medicina, le scienze motorie, la fisioterapia e la nutrizione.

Al termine del master il corsista sarà in grado di progettare e sviluppare interventi efficaci atti a migliorare lo stato psico-fisico di chi pratica attività sportiva.

Opportunità lavorative

Partendo dal presupposto che la professionalità di uno psicologo dello sport non si rivolge soltanto ad atleti e sportivi, ma anche a famiglie, allenatori, arbitri, medici e dirigenti, è facile comprendere le numerose opportunità occupazionali.

Una specializzazione consente di operare all’interno di enti locali e internazionali, federazioni, scuole calcio della Figc e società sportive agonistiche e dilettantistiche.

Tra gli sbocchi rientra anche l’ambito accademico, dove un professionista ha la possibilità di svolgere il ruolo di ricercatore.

Noi ti abbiamo spiegato come diventare psicologo dello sport, per cui se desideri formarti in maniera adeguata non devi fare altro che richiedere ulteriori informazioni sui corsi di laurea online attraverso il modulo che trovi cliccando qui!